Benessere e sicurezza sul lavoro: l’Approccio Centrato sulla Persona come modello di intervento nei sistemi socio-tecnici complessi

Il benessere nei luoghi di lavoro può essere considerato una proprietà emergente che deriva dalle interazioni complesse tra le dimensioni del sistema organizzativo: il suo presidio rappresenta una risorsa individuale e organizzativa per la gestione dei processi produttivi (Kaneklin, Scaratti, 2010; Avallone, Paplomatas, 2005), per sostenere la qualità del servizio offerto e la qualità della vita organizzativa (sia per gli erogatori che per i fruitori del servizio stesso). In particolare, il monitoraggio delle criticità entro il sistema, utilizzato in ottica di apprendimento, favorisce la resilienza del sistema organizzazione e, di conseguenza, la sua flessibilità nella gestione di fattori perturbanti (Weick, Sutcliffe, 2007; Hollnagel et al., 2006; Reason, 2008). La domanda: “come favorire le condizioni per singoli e gruppi affinché si possano monitorare/usare le criticità?” è alla base di un progetto finanziato dalla Regione Liguria, commissionato al nostro Dipartimento, per favorire la tutela del benessere e della sicurezza in sala operatoria, che ha visto la partecipazione di 4 aziende ospedaliere e 2 ASL disseminate su tutto il territorio ligure. L’intervento ha voluto coniugare l’attenzione alla dimensione culturale con quella delle pratiche professionali. In particolare, gli obiettivi sono stati: sviluppare pratiche professionali riflessive per la mappatura dei rischi psicosociali presenti nei contesti organizzativi; sostenere l’apprendimento dall’esperienza per progettare strategie migliorative; valorizzare il potere d’azione degli operatori. Inoltre, vi è stato un obiettivo di disseminazione, attraverso la diffusione delle azioni di intervento intraprese, per sostenere le competenze di ricerca proprie di ogni servizio, nell’ottica di costruzione di un osservatorio permanente regionale sui temi della sicurezza psicosociale e del benessere organizzativo in ambito sanitario. Si è scelto di utilizzare la metodologia della ricerca-formazione. Il percorso si è articolato, nel periodo di un anno (2010 – 2011), su 2 livelli: uno ristretto di progettazione partecipata (30 partecipanti), uno allargato (60 partecipanti) di osservazione degli esiti costruiti. Gli esiti sono differenziati: 1) costruzione di uno strumento di monitoraggio delle criticità in sala operatoria, strumento modellato dai partecipanti sulle proprie esigenze e di cui hanno percepito l’utilità e soprattutto la gestibilità. Consta di 3 fasi che esplicitano il processo di costruzione dell’oggetto di lavoro a partire dalla rilevazione del problema: analisi della criticità; problem setting e analisi del processo decisionale di implementazione azioni migliorative; monitoraggio azione intrapresa. 2) Riflessioni sulle condizioni di utilizzo dello strumento, offerte dal confronto tra contesti (ASL vs struttura opedaliera) e tra ruoli dei proponenti (RSPP vs coordinatore). 3) Primi dati su percezione criticità rilevanti in sala operatoria e implementazione strategie migliorative. 4) Condivisione e progettazione buone pratiche per il monitoraggio della sicurezza e del benessere organizzativo attraverso evento pubblico con la partecipazione di interlocutori isituzionali (assessorato sanità, direzione sanitaria, RSPP, rappresentanti di categoria) e del mondo della formazione accademica. Per queste caratteristiche (molteplicità contesti sanitari partecipanti, diffusione sul territorio, presenza differenti professionalità – infermieri, anestesisti, chirurghi, RSPP) gli esiti del progetto rappresentano prime linee guida per la progettazione di un osservatorio sulla rilevazione e utilizzo delle criticità in ambito sanitario.